Issa è un giovane immigrato clandestino che a Torino cerca di sopravvivere come può. Licenziato dal suo datore di lavoro, grazie a un amico inizia a fare il rider. Ma l’equilibrio appena conquistato crolla quando, durante una consegna, gli viene rubata la bicicletta appena comprata. Issa intraprende così un’odissea disperata per le strade della città per ritrovare la sua bici.
Cercavo un senso di anonimato, quella del film può essere qualsiasi città, anche in Belgio o in Francia, per dire, perché alla fine è una storia che avviene appunto anywhere anytime, e poi ero consapevole che Torino è spesso filmata nelle sue parti barocche del centro, ma invece nella vita che viviamo tutti, me compreso, si respira un’altra città, altre zone, ugualmente intense, ugualmente belle. Mi riallaccio un po’ al concetto del wandering, del “vagare” apparentemente senza meta precisa, qualcosa che mi porto dietro magari anche dal mio amore per la “trilogia della morte” di Gus Van Sant, l’importanza di camminare con il personaggio. Non si tratta solo di un attraversamento fisico ma temporale, all’interno del tempo interiore del protagonista. Nei sei anni a cui ho lavorato a questo film ho vagato in bici per Torino e tutte le location le conoscevo già bene, le avevo esplorate nelle diverse stagioni, e in sceneggiatura avevo già in mente i movimenti di macchina che avrei fatto in quelle precise location. Il ritmo della perdita, il ritmo della povertà non è un movimento astratto, è un processo che avviene in uno spazio ben preciso, che è quello metropolitano, la città è il teatro di questo ritmo della perdita. Volevo che fosse un film immersivo, soffocante, lo spettatore non deve poter respirare, deve percepire che quando uno vive in una situazione così vulnerabile basta un solo fine settimana perché i pezzi del domino si sfaldino in mille direzioni, e un solo weekend diventi in incubo infinito. Per questo ho messo anche i piani sequenza, come a dire che “nel tempo in cui sei stato con noi, la vita di un uomo può cambiare in maniera così drastica.