Alla fine degli anni Ottanta, una famiglia di sette donne appartenenti a generazioni diverse, lotta per tenersi la casa che sta per perdere a causa di un debito insoluto. Le loro storie sono osservate dagli occhi della più giovane, Roberta, una bambina di otto anni che intraprende un viaggio alla scoperta di sé capace di influenzare il resto della famiglia.
“Ho avuto il privilegio di imparare da registi che con il loro lavoro mi hanno incoraggiata a trovare la mia voce di scrittrice e regista. Questo percorso mi ha condotto a Vainilla, una storia che affonda le radici nella mia infanzia nel Messico settentrionale. Sono cresciuta in una casa non tradizionale. A me appariva normale, non la pensava così la comunità conservatrice circostante. Il film segue Roberta, una bambina plasmata da questo ambiente, che crede di poter risolvere la situazione della sua famiglia. Questa è una storia sul crescere troppo in fretta, sull’intreccio di vergogna e amore, su un’identità che si forma fuori dalle più comuni convenzioni. Anziché criticare la tradizione, Vainilla si interroga sul significato dell’appartenenza e sui giudizi che attribuiamo a vite diverse dalla nostra. Girare questo film nella città natale è il mio modo di onorare il posto da cui provengo aprendo, al tempo stesso, la porta ad altre storie che esplorano la famiglia, il genere e la resistenza, in luoghi spesso trascurati dal cinema”.